Daniel Rivera esordisce in Italia negli anni ’70 grazie alle premiazioni in importanti concorsi pianistici internazionali tra i quali Busoni, Ciani, Pozzoli, Rina Sala Gallo, Cata Monti, il Beethoven di Vienna, Reine Elisabeth di Bruxelles, il Liszt-Bartók di Budapest e il Paloma O’Shea di Santander, dove ottenne tre primi premi assoluti, due secondi premi e numerose menzioni speciali. Iniziò in quel periodo quella che oggi si può considerare una prestigiosa carriera pianistica, presentandosi nei maggiori teatri del mondo, tra cui la Sala Philarmonia di Kiev, il Queen Elizabeth Hall di Londra, il Park Musik Hall di Dallas, il Musikverein di Vienna, il Teatro Colón de Buenos Aires.
Daniel Rivera oggi è conosciuto e stimato nel panorama concertistico internazionale, considerato un pioniere delle sfide pianistiche e interprete di programmi ed opere di rare esecuzioni, interesse questo che culmina nel 2002, quando presenta in prima esecuzione mondiale una sua trascrizione pianistica della “Sagra della Primavera” di Stravinsky, confermando ancora una volta le sue straordinarie capacità tecniche interpretative. Questa interessante, e unica trascrizione al mondo, suscita l’interesse di Martha Argerich, che lo invita personalmente al “Progetto Martha Argerich” di Lugano, dove Rivera si presenta nel giugno del 2009.
Da quel momento, il legame con la leggendaria pianista argentina, si trasforma in un’intensa collaborazione artistica. Con Martha Argerich, Rivera si presenta in duo pianistico (due pianoforti e pianoforte a 4 mani) nel Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Lirico di Cagliari, Teatro Politeama di Catanzaro, Teatro Nuovo Giovanni di Udine, Festival Pianistico di Pietrasanta e Ascoli Piceno, fino al memorabile concerto del 19 e 20 ottobre 2012, al Teatro El Circulo di Rosario (Argentina) del quale, nel giugno 2014, sono usciti 4 cd, editi e distribuiti dalla Irco di Buenos Aires, e per l’inaugurazione del nuovo Teatro Petrarca di Arezzo, nel dicembre 2015. Sempre per la Irco Cosentino di Buenos Aires ha registrato 2 Cd’s con trascrizioni e parafrasi di Opera di Franz Liszt e i 12 Studi trascendentali. Membro di Giurie in importanti concorsi pianistici nazionali ed internazionali,
Daniel Rivera è oggi molto attivo nel campo dell’insegnamento; oltre che essere Docente di Pianoforte Principale presso l’ISSM “Pietro Mascagni” di Livorno, presso l’Accademia Internazionale di Musica e Arte “Aimart” di Roma, l’Accademia delle Arti di Sarzana e l’Associazione Musica Ritrovata di Livorno.
È frequentemente invitato a tenere corsi di perfezionamento e master class in Italia e all’estero, come alla UNR, Università di Rosario (Argentina), Conservatorio di Udine, di Parma, di La Spezia, Bari, Monopoli, Trieste, Cosenza, Lemmeintsitut di Leuven (BE), Vacanze Musicali Estive di Urbino, Festival Internazionale Duchi D’Acquaviva di Atri, Festival Internazionale della via Francigena di Lucca, Livorno Music Festival.
Nato nel 1952, a Rosario (Argentina) in una famiglia di musicisti. Grazie alla borsa di studio ottenuta vincendo il primo premio “Vincenzo Scaramuzza” organizzato dal “Fondo Nacional de las Artes” e dal “Mozarteum Argentino”, giunge in Italia, nel 1973 dove, sotto la guida del M° Alessandro Specchi, ottiene il diploma italiano presso il “Conservatorio Cherubini” di Firenze, con la votazione di dieci, lode e menzione d’onore.
D. SCARLATTI
Sonata K 27 in Si minore
L. Van BEETHOVEN
Sonata op. 57 Appassionata
1. Allegro assai
2. Andante con moto
3. Allegro ma non troppo
F. CHOPIN
Andante spianato e Polacca op. 22
F. LISZT
Studio trascendentale n. 9 “Ricordanza”
Studio trascendentale n. 12 “Tormenta di neve”
Reminiscenze di Norma
La Sonata K 27 in si minore di Domenico Scarlatti (1685-1757) è inserita nell’unica raccolta curata e pubblicata dal compositore dal titolo Essercizi per gravicembalo, presumibilmente nel 1738, che contiene soltanto trenta composizioni. In realtà il cosmopolita e virtuoso clavicembalista ci ha lasciato 555 sonate per tastiera che testimoniano la sua grande inventiva armonica, ritmica e tematica e la sua voglia di ricercare colori sonori ed effetti espressivi sempre originali. Sono, tranne qualche eccezione, composizioni in un unico movimento, bipartito, create per lo più durante il suo periodo spagnolo, per Maria Barbara di Braganza, moglie del re di Spagna Ferdinando VI, presso cui prestò servizio per oltre trent’anni.
Il genio beethoveniano, spinto dal bisogno di piegare la materia sonora alle proprie esigenze espressive e dalla necessità di non rimanere legati in schemi formali tradizionali (la forma-sonata), si manifesta brillantemente nella straordinaria Sonata n. 23 in Fa minore op. 57 meglio conosciuta come Appassionata. Il titolo è apocrifo ed è apparso per la prima volta in una edizione del 1838 probabilmente per evidenziarne il carattere drammatico e ricco di tensione. Questo capolavoro, su cui Beethoven (1770-1827) lavorò dal 1804 al 1805, appartiene al “Secondo stile”, il periodo della maturità caratterizzato da una forte sperimentazione linguistica e formale, da un modo nuovo di trattare gli elementi del discorso musicale. Il ritmo, la dinamica, il registro, l’armonia e le idee tematiche qui vengono finalizzati a creare un flusso in crescendo, una progressione travolgente e ribollente, dalle prime semicrome in pianissimo del primo tema iniziale del primo movimento, l’Allegro assai, fino alla stretta finale dell’Allegro ma non troppo – Presto in forma di rondò in moto perpetuo, un’accelerazione interrotta solo da uno splendido ed espressivo Andante con moto, il secondo movimento.
Un Andante Spianato, cantabile ed espressivo, e la Grande Polacca brillante, virtuosistica e di grande effetto, costituiscono l’opera n. 22. Con questa composizione Fryderyc Chopin (1810-1849) ci fa gustare ritmi di danza della propria terra, la Mazurka che costituisce la parte centrale dell’Andante, e la Polacca, composta dall’autore a soli vent’anni, che esprime vitalità ed eleganza.
I dodici Studi Trascendentali di Franz Liszt (1811-1886) sono una raccolta di composizioni esplicative del suo pianismo: vi troviamo la sua idea di musica a programma (dieci su dodici presentano un titolo evocativo voluto dallo stesso autore) e la sua ricerca sulle possibilità tecniche dello strumento e sugli effetti prodotti da una scrittura altamente innovativa e virtuosistica. Lo Studio n. 9 in la bemolle maggiore, “Ricordanza”, è una romanza dolce e nostalgica piena di volatine e ornamentazioni che la rendono raffinata e celestiale mentre lo Studio n. 12 in Si bemolle minore richiama l’inverno con le sue tormente di neve. Tecnicamente difficile con tremoli in entrambe le mani, salti estremi, doppie scale cromatiche per rappresentare il turbine di neve sollevata dal vento, lo Studio “Chasse-neige” (schiaccianeve) è incredibilmente struggente e malinconico. Liszt, come altri grandi compositori, non rimase insensibile al fascino delle melodie d’opera e la sua produzione vanta anche diverse trascrizioni, parafrasi, fantasie e reminiscenze. Nel 1841 attinse al capolavoro di Bellini, Norma, riprendendone i temi più belli, per creare una fantasia tra le più complesse e tecnicamente difficili.
©2024 Associazione Trapani Classica
Credit R1999